martedì 30 marzo 2010

il mio cappellaio matto: leggerezza e malinconia

sto preparando il saggio finale delle mie bimbe di danza.
adesso il gruppo è fatto.
abbiamo passato la prima metà del corso iniziando la lezione con i massaggi reciproci: prendersi cura dell'altro.
col corpo capisco.
senza grandi parole o discorsi programmatici le bimbe hanno imparato a sentire la presenza dell'altro.
e questo ha portato a una loro sincronia di gruppo.
ora stiamo lavorando su alice nel paese delle meraviglie
giuro che quando tempo fa decisi di lavorare su questa storia non sapevo del film di Burton, anche perché adesso mi è d'ostacolo più che d'aiuto.
i personaggi della storia di Caroll nel mio lavoro diventano simboli di emozioni o sentimenti.
per es Alice curiosità e gioia

il cappellaio è la leggerezza e la nostalgia
come musica usarò questo bellissimo pezzo di Bregovic tale iv

in centro alla scena ci sarà una tovaglia ripiegata e all'interno i contenitori di bolle di sapone che le bimbe usaranno.
le bolle accompagneranno il cappellaio nella sua danza leggera e delicata

lunedì 22 marzo 2010

Omaggio a Luciana

oggi mi sono messa a scrivere
a mettere insieme un pezzo del mio passato
e mi è tornata in mente lei, Luciana
lei è morta due anni fa, ma sta sempre nei miei pensieri
e ora è giunto il momento di renderle giustizia
è giunto il momento che io le renda giustizia

ciao luciana!

Il 7 maggio 2008 è una giornata nuvolosa, ma io ho lo stesso gli occhiali scuri mentre risalgo le scale della metropolitana di Milano, fermata Sant’Ambrogio. Non mi sono truccata gli occhi con il rimmel, né ho messo rossetto sulle labbra. Solo un po’ di colore sulle guancie. Sono sola. Devo andare all’ospedale San Giuseppe. Sono le 10.00 e sono in anticipo. La cerimonia funebre di Luciana inizia alle 10.30. tra mezz’ora rivedrò Luciana dopo due anni di lontananza. E sarà tutto diverso. E sicuramente non avrà sulla labbra il suo immancabile rossetto rosso.

[...]

Alle ore 10.25 qui, nella cappella dell’ospedale San Giuseppe, sta arrivando gente, alla spicciolata. Gente della civica, gente del suo centro buddista, amiche, conoscenti, colleghi, allievi. Una massa eterogenea e multiforme, come era lei, Luciana. In quella sala bianca e bordeaux si forma un anello umano attorno a Luciana.
Gli occhi di tutti sono arrossati, commossi, increduli. Ecco Massimo il suo assistente alla civica con il suo sguardo azzurro buono e mite. Ecco Valerio, il tecnico del suono e il mago dell’audio. Ho assistito agli scambi verbali carichi di tensione tra lui e Luciana. Lui aveva sempre un modo garbato e gentile di rispondere alla richieste perentorie di Luciana. Ed ecco Muntsa. Con i suoi neri capelli al vento e i suoi vestiti colorati. Nei suoi occhi si legge incapacità di comprendere e tristezza.
Alle 10.30 la cerimonia inizia con un mantra recitato a voci alterne da due signore ingioiellate e buddiste. E poi una ragazzina della civica legge un testo scritto da Luciana. E poi qualcuno recita una preghiera cristiana. Questa cerimonia è come le sue labbra, le labbra di Luciana, con cui sorseggiava the bancia e su cui stendeva rossetti comperati alla Upim.
È una cerimonia di libertà. Alla fine mi viene quasi voglia di cantare una ninna nanna a Luciana, poi desisto. Chissà, magari lei avrebbe criticato la mia mancanza di coraggio!

Caricata sull’automobile la cassa chiusa viene portata al cimitero. La salma sarà cremata l’indomani.
Luciana è uscita di scena in grande stile, con un colpo di scena degno di una teatrante quale lei era. È morta il 5 maggio 2008, lo stesso giorno del suo compleanno. Non festeggieremo quest’anno la Luciana. Niente torta caprese senza, glutine, niente the bancia, niente piadine di Kamut. Addio Luciana! Addio alle tue pazze idee di libertà! Addio ai tuoi capelli corti e tinti di rosso! Addio ai tuoi sorrisi sornioni come il tuo gatto guercio! Addio alle tue labbra rosse!